www.urologia-andrologia.net
Il tumore ai testicoli è
un’eventualità rara, ma non impossibile, che rappresenta circa l’1% delle
forme tumorali maschili. Non molto diffuso, ma comunque da non
sottovalutare.
Questa forma tumorale colpisce i testicoli, gli organi sessuali maschili
deputati alla produzione di alcuni ormoni e degli spermatozoi,
“protagonisti” indispensabili per la fertilità e la riproduzione.
Esistono due tipi di tumori: seminomi e non seminomi. Il primo tipo, che
si verifica nel 50% dei casi, il cancro è legato alla trasformazione
maligna delle cellule germinali, che danno origine agli spermatozoi. I
tumori non seminomi, invece, possono essere di altre quattro tipologie:
carcinomi embrionali, coriocarcinomi, teratomi e tumori del sacco
vitellino.
I segnali da non sottovalutare, che potrebbero presagire la presenza di
anomalie a livello dei testicoli sono facilmente riconoscibili. I
principali sintomi sono: disagio o dolore nel testicolo o una sensazione
di pesantezza nello scroto; gonfiore in uno o in entrambi i testicoli;
eccesso di sviluppo del tessuto mammario (ginecomastia); dolore alla
schiena o basso addome; sintomi in altri parti del corpo, come i polmoni,
addome, pelvi, o del cervello (se il cancro si è diffuso).
Con l’autopalpazione preventiva della zona inoltre si può rilevare la
presenza di un nodulo, un grumo o un rigonfiamento.
Per smascherare la presenza di un tumore, di cellule che si riproducono
in modo anomalo e pericoloso all’interno dei tessuti dei testicoli, è
necessario effettuare alcuni accertamenti diagnostici: l’ecografia dello
scroto, tac addominale, raggi e il dosaggio di particolari marcatori
tumorali nel sangue .
Ci sono fattori di rischio e condizioni predisponenti al tumore: il
criptorchidismo, la sindrome di Klinefelter, una patologia legata a
un’anomalia cromosomica; la famigliarità e lo sviluppo testicolare
anomalo. Altri fattori potrebbero comprendere l’esposizione a determinate
sostanze chimiche e l’infezione da HIV. Un caso in famiglia di tumore
testicolare può anche aumentare il rischio. Non vi è alcun legame tra la
vasectomia e il cancro testicolare.
Se il cancro viene diagnosticato tempestivamente, riconosciuto e
identificato nella sua fase iniziale, solitamente, si opta per la
chirurgia, in abbinamento o meno con alcuni cicli di radioterapia. Nelle
forme più avanzate, invece, si ricorre alla chemioterapia. Comunque la
maggior parte dei pazienti viene curata e guarisce dalla malattia.
La chirurgia viene praticata per rimuovere il testicolo (orchiectomia) e
dei linfonodi (linfadenectomia). Questa è di solito effettuata nel caso
di presenza di cancro seminoma e non seminoma. Tuttavia gli effetti
collaterali dell'intervento chirurgico possono essere permanentemente
invalidanti, dando luogo a sterilità (se entrambi i testicoli sono
rimossi) o ad impotenza se ci sono danni a nervi che controllano
l’erezione.
La radioterapia, con alte dose di raggi X o altri raggi ad alta energia,
di solito utilizzata solo per il trattamento seminoma, può essere
utilizzata dopo l’intervento chirurgico per prevenire che il tumore
ritorni.
La chemioterapia utilizza farmaci come cisplatino, bleomicina, etoposide
ed uccide le cellule cancerose. Questo trattamento ha migliorato la sopravvivenza
per i pazienti con entrambe le tipologie.
Non sono note efficaci tecniche di screening per il cancro ai testicoli.
Tuttavia, un auto-esame testicolare effettuato su base mensile può
aiutare ad individuare in quale fase il cancro si trova. Trovarlo
precocemente è importante per il successo del trattamento e per la
sopravvivenza.
|
Nessun commento:
Posta un commento