L’incontinenza da urgenza è maggiormente rappresentata tra le donne anziane. Le terapie proposte purtroppo non hanno portato miglioramenti sostanziali negli ultimi 40 anni , con un raggiungimento di risultati, valutabili in "vescica asciutta", nel 20% delle pazienti.
Tutte le principali organizzazioni nazionali ed internazionali raccomandano l’uso del biofeedback come primo passo terapeutico, dal momento che può già di per se avere ottimo successo e di contro non presentare gli effetti collaterali della terapia farmacologica.
Malgrado ciò tale metodica è sicuramente sottoutilizzata, poiché richiede un lavoro sicuramente più impegnativo, sia organizzativo che di manodopera.
Sarebbe allora più giusto e utile poter riconoscere, con esami strumentali, quali pazienti affette da urge incontinence si gioverebbero del trattamento di biofeedback.
Questo studio , che ha coinvolto 649 donne affette da urge incontinence ha portato a delle chiare conclusioni.
Si è evidenziato come l’incontinenza da vescica iperattiva di grado severo sia poco rispondente al biofeedback . Un riduzione della iperattività ha permesso però di ottenere ottimi risultati anche con tale metodica in vesciche neurologiche iperattive che avrebbero dovuto altrimenti subire trattamenti farmacologici molto più aggressivi
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