venerdì 26 dicembre 2014

problemi vescicali nel paziente diabetico

articolo originale

Una delle principali cause delle complicanze del diabete mellito è la formazione degli AGEs, i prodotti avanzati della glicazione, i quali sono in grado di formare legami covalenti, molto forti, con le proteine, creando una alterazione nella loro struttura e quindi nella loro funzione.
Inoltre sappiamo che spesso il diabete si associa a problematiche urinarie di origine vescicali, quali vescica iperattiva o ostruzioni delle basse vie urinarie (LUTS).
Chiaramente le alterazioni strutturali delle proteine vescicali possono  interferire con la funzione vescicale sia indirettamente  (neuropatia e microangiopatia), sia direttamente con danni al tessuto interstiziale.
Il lavoro riportato ha dimostrato una correlazione tra i livelli serici dei prodotti avanzati della glicazione  e i disturbi del basso tratto urinario, confrontandoli con i più comuni quadri uro dinamici nel paziente affetto da diabete di tipo II.
Sono stati arruolati 40 pazienti affetti da diabete mellito di tipo II e sofferenti da almeno cinque anni di ostruzione delle vie urinarie (LUTS) di grado medio/severo.
Sono stati sottoposti a controlli clinici quali : Emoglobina glicosata (Hc1Ac), velocità di filtrazione glomerulare (VFG), esame del fonso oculare, valutazione  di eventuale neuropatia centrale (RMN) o periferica), esame urine completo con urinocoltura, ecografia dell’apparato urinario con valutazione del residuo post minzionale, Uroflussometria (UFM), studio urodinamico.
In tutti i pazienti sono sono stati dosati i prodotti avanzati della glicazione ( AGEs )sierici ed urinari
I risultati di questo studio hanno correlato:
  • vescica iperattiva e ipocontrattile con  alti livelli di AGEs  sierici
  • vescica iperattiva o vescica ipocontrattile con  livelli medio/bassi di AGEs

Conclusioni
L’aumento degli AGEs sierici, associati a una ridotta Filtrazione Glomerulare e ad una iperglicemia di lunga data, è responsabile  nella insorgenza  delle disfunzioni vescicali del paziente diabetico.

lunedì 1 dicembre 2014

Incontinenza urinaria da urgenza e biofeedback




L’incontinenza da urgenza  è maggiormente rappresentata tra le donne anziane. Le terapie proposte purtroppo non hanno portato miglioramenti sostanziali negli ultimi 40 anni , con un raggiungimento di risultati, valutabili in "vescica asciutta", nel 20% delle pazienti.
Tutte le principali organizzazioni nazionali ed internazionali raccomandano l’uso del biofeedback come primo passo terapeutico,  dal momento che può già di per se avere ottimo successo e di contro non presentare gli effetti collaterali della terapia farmacologica.
Malgrado ciò tale metodica  è sicuramente sottoutilizzata, poiché richiede un lavoro sicuramente più impegnativo, sia organizzativo che di manodopera.
Sarebbe allora più giusto e utile poter riconoscere, con esami strumentali, quali pazienti  affette da urge incontinence si gioverebbero del trattamento di biofeedback.
Questo studio , che ha coinvolto 649 donne affette da urge incontinence ha portato a delle chiare conclusioni.
Si è  evidenziato come l’incontinenza da vescica iperattiva di grado severo sia poco rispondente al  biofeedback .  Un riduzione della iperattività ha permesso però di ottenere ottimi risultati anche con tale metodica in vesciche neurologiche iperattive che avrebbero dovuto altrimenti  subire trattamenti farmacologici molto più aggressivi