lunedì 29 ottobre 2018

Il fumo peggiora la spermatogenesi



Metodi: In questo studio prospettico, 762 pazienti che hanno presentato domanda per un policlinico urologico ospedaliero tra gennaio 2015 e marzo 2015 a causa di infertilità, sono stati interrogati per l'uso di alcol e sigarette nell'anamnesi. I restanti 356 pazienti sono stati inclusi nel nostro studio. Quindi, è stata eseguita l'analisi del liquido seminale dei pazienti. I pazienti sono stati divisi in cinque gruppi in base al consumo di sigarette, in cinque gruppi secondo l'uso di alcol e in quattro gruppi in base all'uso di sigarette e / o alcol. Differenze significative sono state analizzate tra i gruppi in termini di volume del liquido seminale, concentrazione, motilità totale, motilità diretta e valori morfologici (normalità, anomalia della testa, anomalia del collo, anomalia della coda).
Risultati: Per quanto riguarda l'uso di sigarette, solo nel gruppo 4 (che utilizza più di 20 sigarette pacchetto-anni) il volume dello sperma era significativamente inferiore rispetto al gruppo di controllo (Mann-Whitney U, p = 0,009). Non c'era alcuna differenza significativa in nessuno degli altri parametri e gruppi rispetto al gruppo di controllo (Mann-Whitney U, p> 0,05)
 Conclusione: Secondo lo studio, l'uso di più di 20 sigarette riduce il volume del liquido seminale.
Sono ormai messaggi ben chiari, ma siccome vedo ancora qualche paziente subfertile che quando viene a visita mi appoggia sulla scrivania: chiavi macchina, occhiali, iphone, accendino e DUE PACCHETTI DI SIGARETTE, preferisco ribadirlo

Fonte:
https://doi.org/10.4081/aiua.2016.1.56

mercoledì 10 ottobre 2018

articolo



Quante volte abbiamo detto questa frase: prenda ciprofloxacina 500 × 2 o laevofloxacina 500 × 2 per 10 giorni e poi mi faccia sapere.
Una delle frasi più frequenti dell’urologo e, onestamente anche del medico di famiglia. Di fronte al sospetto di infezioni delle vie urinarie e delle seminali molti di noi sono stati sempre abituati a prescrivere e consigliare con facilità l’uso di fluorchinolonici, utilissimi nella cura di tali patologie. O anche quante volte il paziente si è auto medicato in tal modo
Ma dobbiamo forse rallentare questo entusiasmo e ponderare anche le ultime comunicazioni.
Tutto questo per la documentazione di effetti collaterali che potenzialmente possono essere di lunga durata e altamente invalidanti.
Il comitato per la valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (Prac) dell’agenzia europea dei medicinali (Ema) ha infatti consigliato di limitare l’uso di antibiotici fluorochinolonici e chinolonici in seguito ad un’attenta revisione degli effetti collaterali invalidanti e potenzialmente di lunga durata conseguenti all’uso di questi medicinali. Questa revisione ha riunito le opinioni dei pazienti, dei medici, dei ricercatori presentata in una audizione pubblica nel giugno di questo anno.
Una nota dell’agenzia afferma che molto raramente i pazienti curati con fluorchinolonici e chinolonici hanno effetti indesiderati di lunga durata invalidanti che, quando presenti, interessano principalmente i muscoli i tendini le ossa e il sistema nervoso. Ma, proprio valutando gli effetti indesiderati, alcuni chinolonici sono stati addirittura ritirati dal commercio perché non più autorizzati a curare infezioni che non devono essere più trattate con questi antibiotici.
Il Pract raccomanda quindi di non utilizzare chinolonici:
  • per infezioni non gravi che potrebbero anche migliorare senza alcun trattamento, ad esempio le infezioni alla gola
  • Per prevenire la diarrea del viaggiatore o infezioni ricorrenti delle basse vie urinarie
  • per trattare persone che hanno avuto già in precedenza effetti collaterali con la stessa classe di antibiotici
  • Per la cura di infezioni lievi o moderatamente gravi a meno che altri medicinali e antibiotici non possano essere utilizzati.
Il Prac indica di utilizzarli con cautela, nei soggetti anziani specialmente con problemi renali, per pazienti che abbiano subito un trapianto d’organo o per pazienti trattati con cortisonici per via sistemica. Questo tipo di pazienti è a più alto rischio di danni ai tendini con l’uso di fluorchinolonici.
Il Prac ha anche raccomandato ai medici di rendere noto ai pazienti la possibilità di interrompere il trattamento antibiotico al primo segno di un effetto collaterale che possa coinvolgere. I muscoli i tendini, le ossa oppure sistema nervoso: dolore, debolezza muscolare, gonfiore delle articolazioni, sensazioni di parestesie come punte di dpilli o di aghi, depressione, stanchezza, depressione, disturbi del sonno, disturbi della vista e dell’udito.
Attendiamo chiaramente gli aggiornamenti e le revisioni definitive